La favola di Amore e Psiche
Libro V
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Nel monito di quella voce immateriale Psiche riconobbe il segno benevolo della divina provvidenza, e decise di ascoltarla, lavando via la stanchezza prima con un bel sonno e poi con un bagno; all'improvvisolat - vide, lì accanto, un tavolino semicircolare e capì che era stato imbandito apposta per lei, così si sedette di buon grado a mangiare. E subito le vengono versati calici su calici d'un vino più dolce del nettare e offerte pietanze d'ogni sorta senza che ci fosse nessuno a ser-vire, quasi i piatti e i calici fossero sospinti da un qualche spirito. La ragazza non riusciva a vedere nessuno: sentiva soltanto parole fuggevoli - a servirla c'erano solo voci, nient'altro che voci. Dopo quel lauto banchetto qualcuno entrò nella stanza e prese a cantare, ma era invisibile, e un altro lo accompagnava con la cetra, ma non si vedeva nulla. Giunse allora all'orecchio di Psiche un concerto di voci armoniose che provenivano senz'altro da un coro, pensò la ragazza, anche se li non si vedeva anima viva.
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