Zio Vanja
Atto Secondo
[…]
ELENA ANDREEVNA - C'è anche del vino... Beviamo alla nostra riconciliazione.
SONJA - Beviamo.
ELENA ANDREEVNA - Dallo stesso bicchierino... È meglio. Allora, siamo d'accordo, ci daremo del tu?
SONJA - Del tu. Già da tempo volevo far la pace, ma ne avevo come vergogna... (Piange).
ELENA ANDREEVNA - Perché piangi?
SONJA - Niente, così.
ELENA ANDREEVNA - Basta, basta... (Piange).Che sciocca, mi sono messa a piangere anch'io... Tu ce l'hai con me perché credi che abbia sposato tuo padre per calcolo... Se credi ai giuramenti, ti giuro che l'ho sposato per amore. Mi attraevano in lui lo scienziato e l'uomo famoso. L'amore non era autentico, ma artificiale, eppure allora a me pareva che fosse autentico. Non è colpa mia. Tu però, fin dal giorno del nostro matrimonio, non hai smesso di rimproverarmi con i tuoi acuti occhi sospettosi.
SONJA - Pace, ora, pace! Dimentichiamo.
ELENA ANDREEVNA - Non devi guardare così, non ti si addice. Bisogna credere a tutti, altrimenti non si può vivere.
SONJA - Dimmi in coscienza, da amica... Sei felice?
ELENA ANDREEVNA - No..
SONJA - Lo sapevo. Ancora una domanda. Dimmi sinceramente, vorresti avere un marito giovane?
ELENA ANDREEVNA - Come sei ancora bambina. Certo che vorrei! Su, chiedi ancora qualcosa, chiedi...
SONJA - Il dottore ti piace?
ELENA ANDREEVNA - Sì, Molto.
SONJA - Io ho un viso stupido... vero? Anche adesso che è uscito continuo a sentire la sua voce e i suoi passi, guardo la finestra buia, e mi appare il suo volto. Lascia che racconti tutto... Ma non posso parlare ad alta voce, mi vergogno. Andiamo in camera mia, là parleremo. A te sembra che io sia stupida? Confessa... Dimmi qualcosa di lui...
ELENA ANDREEVNA - Che cosa?
SONJA - È, intelligente... Sa fare tutto, può tutto... Cura la gente, pianta il bosco...
ELENA ANDREEVNA - Non si tratta né di boschi né di medicina... Mia cara, capisci, è un vero ingegno! Ma sai che significa ingegno? Coraggio, libertà di pensiero, ampiezza di vedute... Pianta un alberello e già intuisce che ne sarà di quello fra mille anni, già intravede la felicità del genere umano. Sono rare le persone come lui, bisogna amarle... Beve, talvolta è rozzo, ma che disgrazia è mai questa? Un uomo di talento in Russia non può essere puro. Pensa tu stessa, che vita fa questo dottore! Fango che rende impercorribili le strade, gelate, tormente, distanze enormi, gente rozza, selvatica, tutt'intorno miseria, malattie, e in queste situazioni per chi deve lavorare e lottare di giorno in giorno, è difficile arrivare a quarant'anni puro e sobrio... Ti auguro felicità con tutta l'anima... Io sono noiosa, un personaggio transitorio... Sia nella musica, che nella casa di mio marito, in tutti i romanzi, dovunque, insomma, io sono stata un personaggio transitorio! Non esiste felicità per me a questo mondo. No! Perché ridi?
SONJA - Sono così felice... felice!
ELENA ANDREEVNA - Ho voglia di suonare... Suonerei qualche cosa adesso.
SONJA - Suona. Non riesco a dormire... Suona!
ELENA ANDREEVNA - Adesso. Tuo padre non dorme. Quando sta male la musica lo indispone. Vai a chiederglielo. Se non sta troppo male, suonerò. Va'.
SONJA - Subito.
In giardino il guardiano batte.
ELENA ANDREEVNA - È tanto tempo che non suono. Suonerò e piangerò, piangerò come una stupida. Sei tu che batti, Efim?
VOCE DEL GUARDIANO - Sì.
ELENA ANDREEVNA - Non battere, il padrone non sta bene.
VOCE DEL GUARDIANO - Me ne vado subito! Ehi, Žuška, Mal'cik! Žuška!
SONJA - Non si può!